Greta ora ha una casa in India e l’India ha un posto nel cuore di Greta
Quest’anno ho deciso di trascorrere le mie vacanze di agosto presso il Centro Diurno di Gurgaon gestito dall’associazione Isla ng Bata – L’isola dei Bambini. Qualche mese prima di partire, avevo seguito il corso volontari a Milano di un’altra associazione che collabora con Isla e poi ho scelto di partire per l’India.
Sorrido sempre quando, ogni volta che sto per partire o quando ritorno dalle vacanze, le persone mi domandano: “E che lavoro fai tu, lavori con gli immigrati, con i bambini?”.
Sorrido perché nella vita “faccio tutt’altro”: non mi alzo al mattino alle 6, non percorro strade impolverate, non respiro l’odore dolce della papaya né quello acre dei rifiuti appena bruciati al vento e ancora non vivo dei sorrisi dei bimbi e delle carezze delle loro mamme, che hanno occhi solo per il presente. Ma in India, quest’anno, ho assaporato questa bellezza.
Nella piccola casa dove vive la famiglia Das e dove si svolgono al contempo le attività del Centro Diurno, ogni mattina mi svegliavo al coro di “Good morning ma’am!”. È la frase con cui le bambine e i bambini che frequentano il centro, giungendo alla spicciolata e ancora colmi di sonno, mi salutavano sorridenti. La mattinata scorreva veloce insegnando qualche parola di inglese a Seema, facendo ripetere le tabelline a Nitish, riprendendo Vivik che, indisciplinato, disegnava sui quaderni dei suoi compagni. Poi facevamo merenda e, infine, coloravamo le schede con gli animali che mi ero portata dall’Italia. “Hippopotamus” era l’animale più difficile da pronunciare!
I bambini provengono tutti da famiglie poverissime, originarie di regioni lontane fra loro, spesso quelle più povere come Uttar Pradesh e Bihar. Famiglie che sono giunte qui, in una città industriale, alla ricerca di un sogno e di lavoro. Mentre adesso si trovano a vivere in case fatte di lamiere, a volte in piccolissime stanze sebbene all’interno ci vivano in sette, otto e a volte anche dieci persone. I genitori di questi bambini svolgono lavori saltuari, umili e sono per la maggior parte analfabeti ma hanno grandi speranze.
Oltre ai bambini della mattina, nel pomeriggio vengono al Centro Diurno i più grandi, quelli che oggi frequentano la scuola, grazie ad Isla ng Bata – L’isola dei Bambini. Io li aiutavo nei compiti di inglese e matematica e spesso scherzavamo sulla pronuncia di qualche parola inglese, ma anche in hindi.. quante volte ho tentato senza successo e nell’ilarità generale di abbozzare qualche frase in hindi anch’io!
Ecco, alla luce di quest’esperienza, posso dire che per me sono questi i piccoli grandi compiti che un volontario è chiamato a svolgere. Sono compiti piccoli se misurati con tutto ciò che facciamo normalmente nelle nostre vite, durante una giornata ma, allo stesso tempo, sono grandi se pensi che un sorriso, un abbraccio, una correzione, valgono tanto per bambine e bambini in difficoltà, considerati come scarti della società.
Tutto il resto è un saporito e colorato contorno: i saari sgargianti, i chapati di Ranjita, le risate di Ananta, lo yoga con Guddu e la musica di Lala. Sono grata per la loro immensa generosità e per il calore con cui mi hanno accolta, facendomi sentire come a casa. Una casa un po’ bizzarra forse, ma che avrò sempre nel cuore.
Greta, volontaria presso il Centro Diurno in India