Covid-19: aggiornamenti dal nostro Centro Diurno per bambini in India
L’India è un paese complesso, affollato e difficile. Moltissimi sono i poveri che popolano le città vivendo in condizioni terribili. Tanti sono i bambini che non hanno famiglia, che vivono di elemosina e che non possono sperare in un futuro diverso perché prigionieri di quel retaggio arcaico che sono le caste.
In questo contesto, la pandemia in corso non fa che complicare la situazione. Per questa ragione, in tutto il Paese si stanno attuando misure contenitive per evitare la diffusione dei contagi: a partire da Nuova Delhi, che dal 23 marzo è stata totalmente chiusa. Si fermeranno tutti gli uffici, sia pubblici sia privati, si fermeranno i trasporti ad eccezione di alcune linee necessarie ai lavoratori che operano in settori essenziali. Rimarranno aperti solo gli alimentari, le farmacie e i venditori di beni di prima necessità. Nessun volo potrà atterrare né dall’India né da altri paesi.
Gurgaon, la città in cui sorge il Centro Diurno di Isla ng Bata, dista circa 40 minuti da Nuova Delhi e le misure attuate, stanno causando molta preoccupazione.
I nostri referenti locali ci hanno confermato la chiusura di ogni attività, comprese quelle didattiche del nostro Centro. Sono chiuse le scuole, vietati gli assembramenti e non è possibile uscire di casa.
Lo stop delle nostre attività desta molta apprensione tra i nostri operatori. I bambini che accogliamo in struttura provengono da situazioni molto difficili, hanno famiglie poverissime che spesso si sono spostate dalle campagne in cerca di un lavoro. Il blocco della città e la chiusura dei trasporti hanno fatto nascere in molti la paura di non poter fare ritorno ai loro paesi d’origine, causando, com’è successo in diverse parti del mondo, una corsa ai treni e ai mezzi di trasporto di fortuna, con conseguente aumento dei casi di contagio.
Per fortuna, le ultime notizie che ci sono arrivate da Ananta (responsabile del Centro Diurno) sono positive. Il governo si è attivato, i bambini e le rispettive famiglie, con cui si cerca in qualche modo di mantenere i contatti stanno bene. La preoccupazione è tanta, ma la speranza che tutto possa tornare alla normalità, così come in ogni altra parte del mondo, è un potente generatore di ottimismo.