BLOG DI ISLA NG BATA - L'ISOLA DEI BAMBINI

Silvia durante la sua esperienza di volontariato a Natale

Silvia, giovane volontaria: impacchetto i regali perché ci credo veramente (II parte)

…Dicevo: “Così un giorno mi feci avanti: misi le corna da renna in testa e il cartello Serve un pacchetto?”.

Nel frattempo era passato un anno, nella Casa Famiglia erano state accolte altre bambine e la casa si popolava anche di animali. Poi, nel novembre 2012, ricevetti la telefonata di Silvia, sorella di Francesco e responsabile a quel tempo delle attività di raccolta fondi dell’associazione.

“Cerchiamo volontari per il periodo dall’8 al 24 dicembre”, disse. “Mi hanno detto di chiamare te perché!”.

Fui veramente sorpresa da quella telefonata, così decisi di andare ad impacchettare ancora regali per il terzo anno. Il punto è che quella storia stava anche diventando un po’mia. Miracoli del Natale?

Alla riunione dei volontari incontrai Emanuele, un mio vecchio amico. E proprio insieme a lui iniziai a fare i pacchetti al Mediaworld di Tor Vergata per Isla ng Bata – L’isola dei Bambini Onlus. E così sarebbe stato per molti anni a venire. Nel primo incontro ascoltai ancora una volta la storia dell’associazione direttamente dalla bocca dei suoi fondatori, Silvia, Daniele, Silvia, Paola e tanti altri.

Imparai cosa è una “mission”, e cercai di memorizzare quella di Isla per non dimenticarla più: migliorare concretamente le condizioni di vita delle bambine e dei bambini accolta in India e nelle Filippine.

Quello che ci venne detto nella riunione è questo: nella Casa Famiglia nelle Filippine le bambine vengono accolte e sostenute nella crescita, possono andare a scuola e sperare in un futuro lavorativo, mentre in India l’associazione cerca di garantire l’alfabetizzazione di base per i bambini di strada di Gurgaon e quindi provvede all’inserimento scolastico in modo che i bambini, una volta cresciuti, possano sperare in un futuro migliore per sé e per le proprie famiglie.

volontariato-pacchetti-natale-silviaIl primo giorno ufficiale da volontaria al banchetto di Isla, mi dissero che sarebbe venuto il presidente in persona. “Che ansia”, pensavo. “Chissà se potrò andare in bagno!”. Poi Emanuele salutò un ragazzo dagli occhi gentili, credevo fosse un donatore molto generoso, uno di quelli che si avvicinano e ascoltano pazientemente tutto quello che hai da dire e alla fine lasciano anche una generosa offerta.

“Questo è Francesco”, disse poi Emanuele. Non volevo crederci. Perché la verità è che mi ero immaginata tutto fuorché una persona così semplice, allegra, generosa e soprattutto, così umile. Mi rimproverò subito: “Non mi chiamare presidente, io sono Francesco e basta”. Poi aggiunse: “Gli eroi siete voi, quelli che stanno qui, che si danno da fare nella raccolta fondi attraverso i pacchetti di Natale, che ci sostengono raccontando e sensibilizzando le persone su ciò che facciamo. Tutto questo non è facile, ma voi ci credete sempre e non ci lasciate mai soli”.

Ho capito veramente quel giorno che la grandezza di una persona si misura in umiltà. Ci parlai molto, mi raccontò particolari della Casa Famiglia che solo lui poteva conoscere, mi raccontava di quanto fosse difficile per le bambine di strada, abbandonate dai genitori, orfane e sole, di quanto la loro vita fosse dura senza cibo, senza un tetto sulla testa. Mi raccontava della gioia nei loro occhi quando, accolte in Casa Famiglia, vedevano un armadio in cui mettere le loro cose, un armadio continuamente messo in ordine. Ma chi ce l’ha mai avuto un armadio? Cose che per noi sono scontate, in quel mondo non lo sono affatto.

A tratti, quando parlava, avevo le lacrime agli occhi perché Francesco raccontava visceralmente. Lui che viveva sulla sua pelle tutte le difficoltà di queste bambine. Anche quel Natale fu indimenticabile. Faticoso, certamente, ma molto bello.

Oggi sono qui a raccontare questa storia perché spero di poter convincere altre ragazze e altri ragazzi a fare quest’esperienza formativa molto bella, un’esperienza di volontariato importante, in cui si sta insieme e si conoscono tante belle persone che credono veramente nel sogno di aiutare bambine e bambini meno fortunati, e dedicano la loro vita a questo.

Ho incontrato anche tante persone che si sono fermate al nostro banchetto e ho capito che la forza di Isla ng Bata – L’isola dei Bambini Onlus è questa: la limpidezza che c’è negli occhi di chi impegna tutta la propria vita e la stravolge, come Francesco, rimanendo piccolo per fare cose grandi.

Ho imparato soprattutto che tutto ciò è possibile grazie a tante persone, donatori, amici, sostenitori, volontarie e volontari che ogni giorno si danno da fare qui a Roma, ma anche a Milano, Padova, Mantova, per organizzare delle attività di raccolta fondi e provvedere ai loro bisogni. Ed io sono una di queste.

Isla è l’isola delle bambine e dei bambini, ma è l’isola di tutti noi quando decidiamo di esserci nel modo in cui possiamo, con le nostre piccole possibilità. È l’isola di chi parte lontano da tutti gli affetti e dedica la propria esistenza ad un mondo distante eppure vicino. Isla sono le mani dei bambini che si tendono davanti al banchetto per indicare i volti delle “nostre bimbe” della Casa Famiglia. Isla è una grande famiglia estesa su due continenti. Ed io ne faccio parte.

Grazie di cuore per questa opportunità!

Silvia Salusest – Volontaria Isla ng Bata – L’isola dei Bambini Onlus

Ps: il mantra natalizio è questo: “Noi siamo una piccola onlus, abbiamo costruito e gestiamo una Casa Famiglia nelle isole filippine e gestiamo un piccolo Centro Diurno in India. La casa è stata costruita grazie alle donazioni individuali di persone che, durante gli eventi si sono fermate ad ascoltare e hanno deciso di sostenerci…”. Insomma spero proprio verrete ad ascoltare questa storia dalla voce di Francesco. Vi aspettiamo!

Fai clic qui per leggere la prima parte del racconto di Silvia.