BLOG DI ISLA NG BATA - L'ISOLA DEI BAMBINI

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Agnese non dimentica la sua esperienza in Casa Famiglia: don’t cry, enjoy!

Nella vita esistono esperienze così forti che sembrano segnare un punto di non ritorno. Esperienze che rimangono sempre vive e attuali e che non si possono dimenticare.

L’esperienza di volontariato internazionale nella Casa Famiglia di Isla ng Bata – L’isola dei Bambini Onlus, nelle Filippine, per me è stata una di queste.

Faccio fatica a raccontarla perché sono un po’ gelosa di ciò che ho vissuto: un’esperienza quasi intima che mi imbarazza. Poi, però, ho anche pensato che un’esperienza così bella, merita di essere raccontata e condivisa soprattutto con chi pensa di partire, di andare a trovare le bambine della Casa Famiglia e visitare questo bellissimo progetto.

Un mese è volato, sì, ma l’ho vissuto con grande intensità grazie alle mille attività quotidiane e, in particolar modo, per l’affetto che ho ricevuto in maniera incondizionata. Le bambine della Casa Famiglia ti abbracciano, ti chiamano “sister”, ti chiedono di cantare loro una canzone, si rendono conto se stai male e vengono a consolarti. Lo fanno in maniera spontanea, come spontaneo è stato il mio amore per loro!

Sono partita con la paura di non saper affrontare la sofferenza che avrei incontrato nelle Filippine. Pensavo che le mie sofferenze sarebbero state veramente poca cosa in confronto alle “loro” sofferenze. Ho ascoltato storie orribili legate alle bambine della Isla ng Bata House che mi hanno fatto piangere e rabbrividire. Sono entrata nelle baraccopoli dove bambini scalzi camminavano quasi nel letame con cani malati di rabbia e scabbia, che giravano intorno. Sono stata all’ospedale con un lebbroso che, davanti a me, aspettava di entrare. Ebbene, non è stata la sofferenza a sorprendermi, ma la dignità in cui la povera gente la affronta. Soprattutto la dignità di bambine che, nonostante tutto, riescono a dare più di quello che hanno ricevuto.

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Agnese durante la sua esperienza di volontariato nelle Filippine.

In questo mese trascorso in Casa Famiglia, rare sono state le volte in cui ho sentito le bambine piangere perché non andava bene il cibo. Ho trovato bambine mature, vogliose di giochi e di scherzi ma sempre molto responsabili, bambine che si prendono cura l’una dell’altra come fossero sorelle. In mezzo a tutto questo, la stanchezza ha un senso.

Una sera era finita l’acqua ed ero sudatissima per aver saltato sul tappeto elastico con Rona Mae. I miei piedi erano sporchi di terra perché giravo scalza per il giardino con Alex e con Ara Mae mentre facevamo le gare in bicicletta. Ero veramente stanca e sporca. I miei capelli erano un ammasso di vertigini raccolti da una terribile cipolla e mancava l’acqua. Non ho avuto altra scelta che mettermi a letto, con la terra in mezzo alle dita dei piedi e, per la prima volta in vita mia, mi sono sentita veramente bella.

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Agnese durante la sua esperienza di volontariato nelle Filippine.

Sul mio diario scrivevo:

[…] C’è un bimbo piccolino nella casa: si chiama Alex, ha nove mesi e mi ricorda Riccardo, mio nipote. Oggi ho giocato tanto con lui, ha due occhioni così intensi! Ho parlato con Flora e mi raccontava che il piccolino è stato trovato su un tavolo del McDonald’s, abbandonato. In seguito, sono riusciti a trovare la madre, ma lei non lo vuole e quindi per ora lo tengono loro.

Mi chiedo che storia abbiano queste bambine. Alcune non parlano, altre ti guardano, ti osservano. Quando poi in un attimo ricambi il loro sguardo, sorridono e si nascondono intimidite. Ma la cosa più bella è che qui, nonostante manchino un sacco di cose, non mancano mai gli abbracci e quando non le vedi correre incontro a te per abbracciarti, ti senti subito stretto da dietro e non ti lasciano più. […] Nonostante la paura di tremila malattie e le mille zanzare e insetti che ci sono, non sto sopravvivendo: sto vivendo! Mi sento viva!

Ci siamo. Ultima sera. Le bambine ci hanno cantato la canzone di “addio” e lì… grandi pianti! Ci hanno regalato delle letterine e, mentre piangevamo, sono venute ad abbracciarci forte e a dirci loro a noi: don’t cry, enjoy!

Mi mancherà la mia famiglia, mi mancheranno le mie bambine, mi mancheranno gli abbracci, i sorrisi, gli sguardi, i pianti, le prese in giro, mi mancherà questa vita che porterò con me nel cuore, per sempre.

Ciao Calabnugan, ciao Isla, ciao girls!

Agnese Losavio, volontaria nelle Filippine