Francesco e il ritorno a Negros tra facce felici e caldo tropicale
L’aereo atterra a Dumaguete e il solito caldo afoso pomeridiano ci dà il benvenuto nell’isola di Negros.
Saliamo sul pulmino arancione, percorriamo la strada dissestata, e ci sorprendiamo di trovare l’argine e la rampa del ponte, crollato con l’ultima alluvione, incredibilmente ricostruiti.
Poi si apre il cancello e ci corrono incontro per prime, saltellando di gioia, Apple, Divina, Pamela e i due cani che, abbaiando, richiamano tutta la tribù. Ed è un vortice di abbracci e sorrisi e kumusta? Kumusta? Kumusta? (Come stai? Come state?).
Veniamo sommersi dalle bimbe al solito grido di Ateeeee, Kuyaaaa. Ecco, siamo ritornati a casa e come ogni anno sembra di non essere mai partiti.
E mentre la felicità dipinta sulle facce delle bimbe ci fa dimenticare la fatica del lungo viaggio, notiamo i capelli più lunghi di Ivan, quelli a caschetto di Roslyn, il solito cespuglio incolto di Mariz, il sorriso da otto dentini di Jessa Mae, la timidezza invariata di Paula che spinge avanti Pamela, Inna Mae che spunta dietro Cristina esibendo un coreografico occhio nero e Diana che si attacca immediatamente alla maglietta di Flora riappropriandosi del suo posto preferito.
L`indomani andiamo a trovare Gliou Mae, rientrata in famiglia da solo due settimane, un po’ dimagrita e con i capelli quasi rasta (ma sta meglio di quello che pensavamo e la sorpresa più grande è stata quella di scoprire che tutte le persone che lavorano nella Casa Famiglia stanno facendo una raccolta fondi per risistemare la casa di Gliou).
Chissà che pian pianino le cose possano migliorare anche qui…
Francesco