Filippine: Silvia ci invia un piccolo aggiornamento dal campo

Ciao a tutti,

mentre sono ancora qui nella Casa Famiglia di Calabnugan, ho pensato di raccontarvi di cosa ci stiamo occupando.

Premetto che, come sempre, c’è veramente tanto lavoro da svolgere e che le emergenze sono quasi all’ordine del giorno. A fine serata, però, quando sto per crollare ripercorro con la mente tutto ciò che abbiamo fatto, i giochi con le bambine, i loro sorrisi, il loro affetto e allora tutto passa e ricomincio ogni giornata con nuovi stimoli e coraggio.

In verità, mai come questa volta mi sono occupata di un po’ di tutto: cucino quando manca Luan, la nuova cuoca, incontro e organizzo le attività quotidiane con le housemothers. Con loro, in particolare, sto cercando di lavorare molto: hanno bisogno di essere affiancate e incoraggiate soprattutto nel loro rapporto con le bambine. Insieme a Matteo e Flavio giochiamo con le bambine più piccole; quelle più grandi, invece, mi vengono a cercare per poter parlare un po’ e mi chiedono tante cose. Sono curiose di sapere com’è la vita in Italia e com’è il nostro paese.

Silvia insieme alle principesse di maggio: Sophia, Rona e Princess.

Tre giorni fa ho avuto una brutta esperienza, che mi ha afflitta: ho fatto visita in carcere ad alcune famiglie, le cui bambine sono accolte al Bata ng Calabnugan Orphanage. Purtroppo, la situazione delle carceri filippine, soprattutto in questo momento, è veramente complicata: sono affollate e non c’è spazio vitale a volte neanche per respirare.

La scorsa settimana, insieme a Flora e Francesco, siamo stati anche a supervisionare la situazione delle bambine che sono tornate a stare in famiglia: tutto sembra andare bene. Sono stata anche a scuola, come rappresentante delle bambine in alcune riunioni di genitori. Alcune bambine non hanno molta voglia di studiare e allora bisogna seguirle da vicino. Questo è un ruolo che mi piace molto!

Immancabile partita a carte UNO di Matteo!

Infine, accolgo e curo gli ospiti che, quotidianamente, ci vengono a trovare. Ormai riceviamo persone di tutte le nazionalità: australiani, danesi, giapponesi, francesi, coreani, inglesi, americani. Sono tutti entusiasti del progetto e speriamo davvero di poter fare sempre di più e sempre meglio per le “nostre” bambine e i “nostri” bambini.

Un grande abbraccio, anche da parte di Matteo e Flavio.

A presto,

Silvia