Annagiulia, operatrice sociale in cerca di conoscenza!
Eccomi qui, rientrata ormai da qualche giorno in Italia, dopo un’esperienza di volontariato nella Casa Famiglia nelle Filippine, a dir poco travolgente e veramente unica.
Io sono un’operatrice sociale e lavoro, qui a Roma, in un centro di accoglienza per mamme con figli minori e gestanti. È un lavoro che amo, che svolgo con passione ma che, indubbiamente, ha una forte carica di stress e richiede un grande impegno emotivo.
Ho deciso così di partire per un’esperienza di volontariato internazionale, di toccare con mano la realtà di alcuni ospiti che il “mio” centro accoglie e di capire quale fosse il loro background, il contesto dal quale provengono. Conoscevo l’associazione Isla ng Bata – L’isola dei Bambini da molto e, anni fa, avevo anche incontrato Francesco Izzo, il presidente – che vive nelle Filippine con la sua famiglia. Allora ho preso coraggio e ho pensato che fosse arrivato il momento giusto.
Sono partita carica di esperienza ma, appena atterrata a Dumaguete City, mi sono resa conto che le mie conoscenze ed esperienze pregresse non avrebbero funzionato. Ho capito che, al contrario, dovevo “spogliarmi” di tutto ciò che avevo già vissuto.
Francesco mi è venuto a prendere in aeroporto, ricevendomi con un grande sorriso. Questo mi ha subito rassicurata e mi ha fatto sentire accolta. È difficile raccontare ciò che ho sentito dentro, perché certe emozioni vanno assaporate e metabolizzate ed io mi rendo conto che ho bisogno ancora di tempo per questo.
La Casa Famiglia nelle Filippine non è una famiglia solo nella dicitura. Lì tutto funziona come una macchina mossa da tanti piccoli ingranaggi. Ognuno ha il suo ruolo, la sua parte, dai workers che si prendono cura degli aspetti tecnici, alle housemother che si prendono cura delle bambine e delle faccende domestiche. Francesco e Flora sono l’olio che fa funzionare tutto questo. Non si occupano “solamente” delle bambine e della casa, ma curano anche le relazioni con i volontari, con gli ospiti che quotidianamente vengono a visitare le bambine, con le istituzioni. Ad esempio, non sapevo che nelle Filippine non ci sono finanziamenti pubblici come qui in Italia per aiutare alcune realtà sociali. Non sapevo che non esistono forme di sostegno a famiglie indigenti. Per questo c’è bisogno di creare piccoli business per provvedere alla sostenibilità del progetto: la produzione dell’aceto di cocco è uno di questi. Il Suka Ni Lola (l’aceto della nonna), ricavato esclusivamente dalle piante di cocco piantate sul terreno della casa, è ormai un prodotto apprezzato e conosciuto nella zona di Dumaguete. Una parte del ricavato di questo piccolo business viene reinvestito nel progetto.
Oggi mi rendo conto che i giorni trascorsi in Casa Famiglia sono veramente volati: quando sono arrivata, mi sono sentita un po’ intimorita perché non mi aspettavo di trovare tante bambine pronte ad accogliermi con una canzone di benvenuto. Ripenso ai loro occhi, alle loro espressioni. Ripenso al modo in cui mi hanno permesso di entrare nelle loro vite…
In casa la vita scorre ad un ritmo frenetico. Le bambine più grandi, che vanno a scuola, si svegliano alle 4:30 e alle 6:15 si trovano tutte belle, profumate e insonnolite sul mitico jeepneys arancione. Francesco suona tre volte il clacson e si parte! In casa restano le piccole. E allora ecco Maria Julia che, sin dalle prime ore, la trovi esuberante e piena di energie per giocare. Un giorno ne ha combinata una delle sue: dopo la festa di Natale ha iniziato a suonare con una trombetta alle 6:00 di mattina, perché voleva che tutti ci svegliassimo insieme a lei. Mi sono svegliata e l’ho vista suonare mentre scappava dalle tate che la rincorrevano e così non riuscivo a smettere di ridere!
Una breve spiegazione: in Casa Famiglia si organizza una festa di Natale già a fine novembre insieme alle famiglie delle bambine, ai workers e ai volontari. Per me è stato veramente bello partecipare a questo evento perché, se anche mancava un mese al Natale, l’atmosfera era quella magica, carica di sentimenti positivi e calore dove veramente il miracolo stava avvenendo: eravamo circa 400 persone.
Che belle immagini che ho, spero di non dimenticarle mai!
Voglio ringraziare quest’associazione. Vorrei ringraziarvi uno ad uno perché mi avete permesso di entrare a far parte di questa famiglia, mi avete accolta, accompagnata e sostenuta sebbene la volontaria fossi io. Spero veramente che sempre più ragazze e ragazzi possano intraprendere questo viaggio fantastico e toccare con mano una realtà così viva, vera e carica di speranze.
Infine, vorrei ringraziare anche i miei “colleghi” volontari Kuya Valerio, Ate Lucy e Kuya Nicolò per esserci sempre stati, per aver riso e scrutato un cielo pieno di stelle insieme.
Grazie, grazie, grazie a tutti veramente.
Non chiederti: “Chi sono gli altri per essere aiutati?”. Chiediti: “Chi sono io per non aiutarli?”.
Un grande abbraccio Isla!
Ate Giulia, volontaria di Isla ng Bata – L’isola dei Bambini nelle Filippine