L’emergenza Covid-19 raccontata dai nostri operatori: aggiornamenti dalle Filippine
Riceviamo la prima email da Claire, una delle assistenti sociali che opera all’interno della Casa Famiglia di Isla ng Bata a Calabnugan. L’oggetto non è rassicurante: “Emergenza Coronavirus”. Ci mettiamo in contatto con lei e con i nostri operatori per chiedere aggiornamenti e per fortuna, nonostante la preoccupazione diffusa, la situazione pare essere al momento sotto controllo.
Cominciano così le nostre giornate, da quando questa emergenza ha colpito il mondo intero. Alla preoccupazione per i nostri connazionali, si aggiunge quella per i nostri operatori sul campo, che continuano a garantire assistenza e cure alle bambine e ai bambini accolti nelle nostre strutture.
Pensiamo continuamente ai minori che accogliamo e che, anche in questi giorni, continuano ad arrivare in struttura. Pensiamo alle misure da prendere per scongiurare possibili contagi e seguiamo con attenzione tutte le notizie relative ai provvedimenti presi dal governo filippino. Le scuole sono chiuse già da qualche giorno e le nostre bambine passano in casa le loro giornate. Per fortuna, le cose da fare e le attività da inventare sono tante ma tenere a bada ventidue bambine non è affatto facile. Le nostre operatrici pensano a tutto e, in particolare, cercano di spiegare questa complicata situazione alle ragazze.
I voli per Manila sono stati bloccati e la città, che conta dodici milioni di abitanti, si sta progressivamente blindando. Nelle Filippine, infatti, sono migliaia i poveri e gli emarginati. Tantissime persone vivono in baracche e nuclei familiari numerosissimi affrontano condizioni igieniche disastrose. La diffusione del virus in quelle zone potrebbe avere conseguenze terribili. Ecco perché il governo ha attuato misure contenitive già dai primissimi casi e in questo modo, considerando che le Filippine sono costituite da isole, si cerca di chiudere quanto più possibile ogni comunità.
Nel Negros Orientale (dove sorge la Casa Famiglia), fino ad oggi i casi sono stati pochissimi. I contagiati sono subito stati isolati nelle apposite strutture e, dalle ultime notizie che abbiamo ricevuto, a Dumaguete (la città più vicina a Calabnugan) sono stati chiusi quasi tutti i negozi ad eccezione di supermercati e farmacie.
In questo momento così complicato, inoltre, pensiamo al futuro dei nostri progetti. Lavorando nella Cooperazione Internazionale, ci rendiamo anche conto che questo settore apparirà forse meno prioritario rispetto, per esempio, a quello sanitario o della ricerca. Al contempo, però, l’impegno preso nei confronti delle bambine che accogliamo, delle famiglie che sosteniamo e della comunità locale non può venir meno. Ora più che mai le fasce più deboli della popolazione, in ogni parte del mondo, hanno bisogno di sostegno.
Questo terribile virus colpisce maggiormente gli anziani, che nelle Filippine ancor più che in altri Paesi, costituiscono le colonne portanti di ogni famiglia. Spesso i bambini sono affidati ai nonni, mentre i genitori partono in cerca di lavoro. Venendo meno quella fascia di popolazione, le conseguenze in termini di abbandono sarebbero ancora più gravi.
Inoltre, va considerato che le attività della Casa Famiglia si appoggiano in larga parte anche sulle donazioni materiali di privati (cibo e altri beni di prima necessità): questo ci permette di sostenere le spese alimentari per tutte le bambine e gli operatori della Casa. L’impossibilità degli spostamenti e la chiusura di diverse attività hanno fatto venir meno questo apporto, generando un aumento delle spese di gestione della Casa Famiglia. Allo stesso tempo, il nostro supporto alla comunità locale tramite l’attività di noleggio dei pedicab (mezzi di trasporto locale), ha subito uno stop a causa del divieto di circolazione, se non per cause di necessità. Ciò rappresenta un duro colpo per molte famiglie di Calabnugan, che con quell’attività vivono e sostengono le loro famiglie.
Per tutte queste ragioni Isla continuerà il suo lavoro sul campo, nonostante le difficoltà, le campagne di raccolta fondi saltate e tutte le conseguenze che questa chiusura forzata avrà su ognuno di noi. La solidarietà non può fermarsi e ci auguriamo che tutto possa ripartire con più forza di prima.
Un augurio speciale da Calabnugan.