BLOG DI ISLA NG BATA - L'ISOLA DEI BAMBINI

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L’esperienza di Annalisa nel Centro Diurno di Gurgaon, in India

«Where do you live?»

«I live in Gurgaon!».

Queste sono state le prime frasi che Niccolò ed io abbiamo scambiato, a fatica, con i bambini del Day Care Center, il Centro Diurno di Gurgaon gestito dall’associazione Isla ng Bata – L’isola dei Bambini Onlus, il primo giorno che li abbiamo incontrati.

Avevamo preparato dei fumetti in inglese, con le frasi utilizzate per presentarsi, tra cui anche «What is your name?», ma l’approccio non è stato semplice come ci aspettavamo: solo i più grandi riuscivano con difficoltà a fare lo spelling senza però capire il significato di ciò che leggevano.

Poi, con il passare dei giorni, attraverso giochi, canzoncine e tanti esercizi, ci sono stati progressivi miglioramenti. È stato così bello esserne partecipi!

Oggi tutti riescono a presentarsi, a riconoscere i colori, le parti del corpo e i numeri, almeno da uno a dieci ed è stato incredibile vedere come, con pochi strumenti e tanta pazienza, questi bambini siano riusciti ad imparare molto. Anche se sono qui soltanto da tre settimane, mi sembra di conoscere ormai i caratteri speciali e le particolarità di ciascuno di loro, sento che si è instaurato con loro un rapporto di fiducia e simpatia reciproca e per me è molto importante.

Non nascondo che è stata dura vederli nel loro contesto familiare: le bambini e i bambini che frequentano il Centro Diurno, vivono con i genitori e almeno altri due fratelli o sorelle in una stessa stanza piccola, sporca, con un solo letto e senza finestre. Mi ha stupito tuttavia la loro dignità, la capacità di farti sentire apprezzata con un namasté (che letteralmente significa “mi inchino a te”), accompagnato da mani congiunte e da un sorriso.

L’India è un paese difficile, da Gurgaon a Delhi, da Agra a Varanasi, in Rajasthan, siamo rimasti storditi: i sensi sono continuamente sotto pressione, il rumore continuo dei clacson, i commercianti che urlano per attirarti nel loro negozio, e poi un turbinio di colori, i vestiti delle donne, gli oggetti “strani” e curiosi. Per non parlare degli odori del cibo, delle fogne a cielo aperto, delle vacche (sacre per il paese induista) e dell’incenso. Il caldo è umido e il contatto è ravvicinatissimo: persone e veicoli procedono a pochi centimetri l’uno dall’altro come se non ci fosse altro spazio. A volte sembra addirittura non esserci spazio e pare di camminare sempre per vie affollate in balia della persone che si muovono senza sapere dove.

Questa è l’India: «Love it or leave it» – dicono. È difficile amarla, è difficile capirla con le nostre categorie occidentali.

Camminando per le strade è capitato di incrociare molti sguardi di ragazze e donne indiane, quasi stupite di veder camminare una ragazza bianca. Io mi sono fatta tante domande, a cui però non ho risposta.

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Annalisa e Niccolò: volontari in India con Isla ng Bata – L’isola dei Bambini.

Il progetto che l’associazione Onlus Isla Ng Bata – L’isola dei Bambini porta avanti, però, mi riempie di speranza: i bambini che frequentano il Day Care Center sono vivaci, curiosi, alcuni molto intelligenti e dediti allo studio, ed è stato bello vedere che per loro c’è una speranza. È stato bello vedere i loro genitori accompagnarli al Centro Diurno a dimostrazione del fatto che anche loro credono nel diritto allo studio per i loro figli. E, chissà, magari se un giorno qualcuno gli chiederà in inglese dove vivono e loro sapranno rispondere, si ricorderanno di quei due strani personaggi che ogni mattina gli ripetevano sempre la stessa domanda: «Where do you live?» – «I live in Gurgaon!».

Annalisa Fumagalli, volontaria a Gurgaon – India