BLOG DI ISLA NG BATA - L'ISOLA DEI BAMBINI

Norma e le bambine della Casa Famiglia_Ph Gianni Iorio

Norma e Gianni raccontano il loro incontro con le bambine della Isla House

A settembre scorso, Gianni ed io siamo partiti per le Filippine. Conoscevo già l’Associazione, almeno di nome, perché il mio corso di ceramica è frequentato da alcune signore che sostengono le bambine e i bambini di Isla ng Bata e spesso, in occasione del Natale e della Pasqua, propongono una donazione con l’acquisto dei Prodotti Solidali per raccogliere fondi per la scuola di questi bambini.

Poi Gianni ha incontrato Silvia, la vicepresidente dell’Associazione, così abbiamo scelto di fare un giro più lungo, passando anche a conoscere Flora, Francesco e le bambine della Casa Famiglia di Calabnugan.

Gianni ed io abbiamo viaggiato molto ma devo ammettere che le Filippine sono un paese “particolare”. Il primo impatto è stato forte perché, atterrati nella capitale Manila, siamo andati subito a visitare la discarica nota come Happyland. Situata nel distretto di Tondo, Happyland è costruita intorno a diverse discariche dove vivono circa 12.000 persone. La gente qui scava ogni giorno nella spazzatura, alla ricerca di cibo, oggetti di valore e materiali da riciclare. Vedere bambini che, a piedi nudi, giocano nelle pozzanghere di melma, è un inferno incredibile.

Manila è una città con moltissimi lati oscuri, da una parte la città sulla discarica e dall’altra Makati dove sorgono grattacieli, hotel e ristoranti di lusso, dove le persone vestono le grandi marche e i bambini non hanno problemi legati alla nutrizione e alla fame.

Sono due lati opposti e discordanti da vedere entrambi, per capire perché è necessario e importante prendersi cura di bambine e bambini che da soli non ce la fanno ad uscire da un circolo di povertà che inizia con la nascita (per esempio in un posto come Happyland) e potrebbe non finire mai.

Ad un’ora di volo da Manila, c’è la Isla House, la Casa Famiglia di Calabnugan, vicino alla città di Dumaguete City. Siamo arrivati in casa una domenica di ottobre e siamo stati accolti dalle bambine che, con i loro occhietti vispi, hanno iniziato a girarci intorno e a guardarci con curiosità. Posati i bagagli, ci siamo subito messi a lavoro per cercare di catturare i loro splendidi sguardi.

Gianni, mio marito, è un fotografo professionista ed io, almeno per questi viaggi, sono la sua assistente ufficiale! Così, con la scusa delle fotografie, sia io sia lui ci siamo veramente persi a giocare, correre, abbracciarci e a saltare con le bambine.

Un piccolo scatto fotografico di Norma e Gianni mentre le bambine preparano la pizza

Un piccolo scatto fotografico di Norma e Gianni mentre le bambine preparano la pizza.

Non mi aspettavo questo coinvolgimento! Le porto tutte nel cuore e nella mente perché non è possibile dimenticare i loro sguardi. Ho trovato qui, in questa Casa Famiglia lontana chilometri dal nostro paese, una gioia che è difficile descrivere. Sono felice di sapere che le bambine crescono in un ambiente sano ed è bello pensare che qualcuno pensi a loro e le faccia vivere con dignità e spensieratezza.

Gianni al lavoro presso la scuola frequentata dalle bambine della Casa Famiglia

Gianni al lavoro presso la scuola frequentata dalle bambine della Casa Famiglia.

Sento ancora l’abbraccio forte della piccola Rona Mae, che ha suscitato in noi una grandissima emozione. Abbiamo conosciuto la sua storia triste di abusi e abbandono e vi dico che vedere una bambina che ha affrontato l’indicibile ed è tornata ad essere così solare è una cosa che ha colpito moltissimo sia me sia Gianni. Per questo abbiamo deciso di adottare a distanza Rona Mae.

Gianni e Rona Mae

Gianni e Rona Mae.

Ringrazio Isla ng Bata – L’isola dei Bambini per averci regalato questa opportunità e faccio i complimenti a chi si prende cura, giorno per giorno, di bambine e bambini soli e abbandonati. Non è un lavoro facile ma grazie al gioco di squadra e alla relazione tutto è possibile!

Norma Corsini, Genitore a distanza